Ma chi è 'sto Ettore Guatelli?

ATTENZIONE: Se stai cercando informazioni su come raggiungere il Museo Guatelli e sugli orari di apertura, visita il sito della Fondazione Museo Ettore Guatelli.

Ettore è nato il 18 aprile del 1921 proprio dove oggi si trova il Museo, precisamente nella “stanza delle latte”. Era il primo di quattro fratelli: Ettore, Ugo, Dismo (detto Mimmi o anche Moro) ed Elide. I genitori, persone aperte malgrado fossero contadini, avrebbero voluto farli studiare, ma le difficoltà all'epoca erano molte. Ettore raccontava che il padrone gli diceva: “Cosa vuoi farli studiare: per fare i contadini non serve!” Non so Dismo e Ugo, ma Ettore fece solo la sesta classe. Più fortunata Elide che frequentò addirittura il Liceo Classico.

Ettore avrebbe dovuto fare, dunque, il contadino, ma la salute non era buona e fu costretto a numerosi ricoveri in ospedali e sanatori. In queste strutture conobbe persone che divennero importanti per il suo avvenire. In particolare Attilio Bertolucci, del quale divenne una specie di segretario e che lo aiutò a prendere il Diploma di Magistrale come privatista.

Nemmeno lui era in grado di spiegare perché avesse cominciato a raccogliere oggetti. Forse per l'istinto dei contadini di tenere le cose che forse un giorno potrebbero venire buone; forse perché molti, dopo la guerra, abbandonavano le campagne e certi oggetti che lui aveva magari desiderato, ora erano lì svalutati o addirittura abbandonati.

Cominciò ad insegnare come supplente e svolse anche l'incarico di Direttore delle colonie estive della CGIL a Tarsogno. Tra le altre cose, faceva raccogliere ai bambini “sassi belli” e poi faceva raccontare storie su quei sassi (li si può ancora vedere allineati sul bordo della riserva d'acqua dietro alla casa). I sassi allineati ancora oggi  sul bordo della riserva d’acqua sono proprio quelli raccolti dai bambini della colonia, che poi, su quei sassi, imparavano con Ettore a inventare e raccontare storie. Usava gli oggetti per far parlare e raccontare ai suoi scolari, spesso bloccati nelle loro capacità espressive dalla scarsa conoscenza dell'italiano e dal senso di inferiorità tipica dei contadini di allora.

Anche la decisone di disporre gli oggetti alle pareti venne quasi da sola, quando si presentò la necessità di toglierli da terra o da sopra ai tavoli nel granaio della fattoria. A quel punto si rese conto della potenzialità espressiva di quella disposizione. Negli anni sessanta qualcuno gli fece notare che ormai aveva un museo.

Entrato in ruolo nella scuola elementare, alla metà degli anni settanta andò in pensione e si dedicò interamente al Museo. Fu spesso al Maurizio Costanzo Show e ad altre trasmissioni. Si occuparono di lui giornalisti, scrittori, critici d'arte, docenti universitari.

E' morto il 21 settembre 2000.